domenica 14 febbraio 2010

AIACE

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Campo greco. Ulisse ed Achille entrano.

ULISSE: Sommo Achille, più forte della forza, dimmi! Cosa mai può portare tanto lontano dalla sanità un uomo che non sia l’invidia. Ecco, io sono dieci anni che sopporto sotto le mura di Troia che il mio nome sia insidiato da molti, minori di me.
Ed io sopporterò forse che la mia gente sia così vituperiata e che mio padre, anima mia, sia, se, per Giove, ancora vive la Terra, sia oltraggiato dalla famigerata sciagura d’un figlio a lui tanto dissimile e che le tante ore di allenamento giovanile per temprare alle temperature il corpo ed alla guerra l’animo vadano ignobilmente gettate? O no, mi preferirei morire …
ACHILLE: Quanta passione, e che irruenza porti, eccelso Ulisse. E per quanto e come tu servisti la Grecia gli dei immortali sanno e te ne daranno vanto. Ma piuttosto dì al tuo amico chi è costui che presume di rivalersi su di te.
Dimmelo, e se è un soldato lo farò frustare!
ULISSE: Ulisse sa quanto è amato dal magnifico Achille, terrore dei troiani.
Né può dimenticare di avere in sé un cuore nobile da meritare in ogni modo e con ogni sforzo questa amistà feconda. Ma una cosa lo turba; questo sigillo impresso dal nostro Achille a questa sua favolosa prova di sincerità. Anch’io farei frustare un servo se questi avesse offeso, o no che dico, pensato solo di offendere il paladino delle armi greche; ma la tua devozione si fermerà forse davanti uno che comandi.
Perché per la verità Ulisse per Achille rimbrotterebbe anche Menelao, perfino infrapporrebbe il suo corpo davanti al funesto Agamennone se questi minacciasse solo di alzargli la destra.
ACHILLE: Parli con effetto e sinceramente. Lo leggo dalla tonalità delle parole, dall’espressione grave, dal commosso spirito. ( alza il tono di voce )Ma ciò Ulisse stesso sa non avverrebbe mai. ( sbatte il pugno sul tavolo) Chi mai infatti sfiderebbe Achille in duello? (idem) Chi mai, dico, che non sia pazzo? ( idem )E che tenesse a mantenere il respiro all’anima? (idem) E che tenesse alla sua pelle? (idem)
( tranquillo ) Perciò serena che sarà più facile che io punisca il malfattore, il reo verso di te, fosse anche Agamennone, che non tu che mi difenda da lui.
ULISSE: ( tra sé )Ecco, il caratteraccio del buon vecchio Achille! ( ad alta voce) Non volevo, Achille magico, intaccare alcun modo ché il tuo onore. Me ne guarderei assai dal farlo. Anche se non tutti sono della mia stessa saviezza … ma alcuno comincia, diciamo, a brontolare dello stesso Achille! Io mi chiedo come faccia …
ACHILLE: Cosa? E chi mai, screanzato! Chi, vile! Chi, impavido! Chi, folle!
ULISSE: Un nome che a me non è concesso nemmeno profferire senza che un brivido mi attraversi l’anima.
ACHILLE: Ulisse, dove è il tuo onore?
ULISSE: L’onore è la mia forza ma la dignità paga il fio al rispetto.
ACHILLE: Pagherai anche l’ingiuria se non sottieni ai doveri dell’amicizia.
ULISSE: Oh, Achille. Placati un attimo …
ACHILLE: Rimanendo umiliato.
ULISSE: Ma sei sicuro di volere sapere quale alto ti avvelena la fama rubesta?

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